Contratto di lavoro a tempo determinato: Guida pratica
Che cos’è il contratto di lavoro a tempo determinato? Scopriamo in questa guida di Fare Sviluppo tutte le nozioni e caratteristiche del contratto di lavoro a termine.
Contratto di lavoro a tempo determinato: che cos’è?
Al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine divenendo così un contratto di lavoro a tempo determinato.
Il contratto di lavoro a tempo determinato è disciplinato dagli articoli 19-29 del Decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015, che contiene la disciplina dei contratti di lavoro e viene stipulato tra il lavoratore e il datore di lavoro per un periodo massimo di tempo.
Il Decreto legislativo n. 81/2015 è stato oggetto di una modifica da parte del Decreto Legge n. 87/2018, successivamente convertito nella legge n. 96/2018, attraverso il quale sono state apportate numerose novità riguardo al termine.
Tali normative trovano applicazione per i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati successivamente al 14 luglio 2018 e ai rinnovi successivi al 31 ottobre 2018. Per quanto riguarda tutti gli altri contratti conclusi precedentemente a tale data, rimane in vigore l’applicazione della vecchia disciplina del Decreto Legislativo n.81 del 2015.
Oggi, il contratto a tempo determinato può avere una durata massima di dodici mesi che può arrivare a ventiquattro mesi solo in presenza di determinate condizioni.
Infatti, per la proroga è necessario che vi siano:
- delle esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria, come ad esempio un’attività straordinaria che deve essere svolta rispetto a quella ordinaria;
- delle esigenze sostitutive di altri lavoratori, che si ha quando devono essere sostituiti dei lavoratori perché, ad esempio, vi è una dipendente in stato di malattia;
- delle esigenze legate a incrementi temporanei significativi e non programmabili dell’attività ordinaria come, ad esempio, un’attività che comporti un incremento del proprio lavoro e si necessiti dell’assunzione temporanea di personale per esigenze produttive.
Il contratto di lavoro non può superare i ventiquattro mesi, salvo proroghe per effetto di più contratti collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali rappresentative sul piano nazionale.
Le proroghe nel contratto sono ammesse ma fino ad un massimo di quattro volte e, se il limite di tempo previsto ed il numero di proroghe è superiore a queste, il contratto si trasforma da tempo determinato a tempo indeterminato.
Questa tipologia contrattuale è utilizzata dai datori di lavoro che hanno l’esigenza di coprire incarichi lavorativi temporanei della durata di un paio di mesi o di qualche anno.
Per questa tipologia di contratto si prevede la forma scritta ad substantiam nel quale deve risultare il predetto termine: senza l’indicazione di tale termine il contratto sarà privo di effetto.
Una copia di tale contratto scritto deve essere consegnata dal datore di lavoro al lavoratore, entro cinque giorni dall’inizio dell’attività lavorativa.
I divieti alla costituzione di un rapporto di lavoro a tempo determinato
L’articolo 20 della legge 81 del 2015 prevede che non si possa concludere un contratto di lavoro a tempo determinato se questo dovesse essere utilizzato per l’assunzione di lavoratori che andrebbero a sostituirne altri (tranne nei casi di lavoratori assenti), che stanno esercitando il diritto allo sciopero, oppure presso aziende produttive nelle quali si è proceduto a licenziamenti collettivi ai sensi della legge 223 del 1991 per lo svolgimento delle medesime mansioni.
Inoltre, non potranno trovare applicazione nei casi in cui i datori di lavoro non abbiano effettuato la valutazione dei rischi per la sicurezza e nei casi in cui si tratti di unità produttive in cui vi sia una sospensione del lavoro o una riduzione dell’orario di lavoro per la cassa integrazione guadagni. Se vi fosse una violazione di tali norme, il contratto si trasforma a tempo indeterminato.
Contratto a termine: Cosa succede se il rapporto di lavoro continua oltre la scadenza?
Se il rapporto di lavoro a tempo determinato continua oltre la scadenza del termine, allora il datore di lavoro dovrà provvedere ad aumentare la retribuzione del lavoratore pari al 20% per ogni giorni fino al decimo giorno successivo e al 40% per ciascun giorno ulteriore.
Se vengono superati i trenta giorni e il contratto ha una durata inferiore ai sei mesi e i cinquanta giorni se il contratto ha una durata maggiore di sei mesi allora si trasformerà in un contratto a tempo indeterminato.
Limiti nel numero di assunzione di lavoratori a tempo determinato
Ogni datore di lavoro può, ai sensi dell’articolo 23 della legge 81/2015, un certo numero di contratti di lavoro a tempo determinato non superiore al 20% del numero di lavoratori a tempo indeterminato dall’anno di assunzione.
Per chi ha cinque dipendenti è possibile assumere almeno un dipendente con contratto di lavoro a tempo determinato.
Tale limite non si applica ai contratti di lavoro a tempo determinato conclusi nella fase di avvio di nuove attività, da imprese start-up, per le attività stagionali, per specifici spettacoli ovvero specifici programmi radiofonici o televisivi, per la sostituzione di lavoratori assenti, e per lavoratori di età superiore a 50 anni.
Inoltre, tale limite non si applica ai contratti di lavoro a tempo determinato stipulati tra Università private, enti di ricerca e lavoratori che svolgono un’attività di ricerca scientifica e tecnologica e di coordinamento della stessa.
In caso di violazione vi sarà la trasformazione del contratto a tempo indeterminato.
Lavoratore a tempo determinato: II diritto di precedenza
Il lavoratore ha diritto di precedenza rispetto all’assunzione di altri lavoratori a tempo indeterminato se ha prestato nella stessa azienda un’attività lavorativa per un periodo superiore ai sei mesi entro i successivi dodici mesi.
Inoltre, acquisiscono il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato le lavoratrici in congedo di maternità che avevano svolto la medesima mansione con un contratto a tempo determinato con il datore di lavoro.
E, infine, ha diritto di precedenza anche il lavoratore assunto per lo svolgimento delle attività stagionali rispetto alle nuove assunzioni a tempo determinato da parte del datore di lavoro.
Il lavoratore può esercitare tale diritto manifestando la propria volontà per iscritto al datore di lavoro, entro i termini indicati dall’art. 24 della legge 81/2015 ovvero entro i dodici mesi successivi al termine del suo contratto.
Un trattamento economico eguale
Il lavoratore a tempo determinato ha diritto ad un trattamento economico eguale a quello dei lavoratori a tempo indeterminato secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva, pena l’applicazione di un’ammenda prevista al comma 2° dell’articolo 25 della legge 81/2015.
La formazione del lavoratore è molto importante anche nell’ambito dei contratti di lavoro a tempo determinato e hanno diritto ad essere agevolati nelle loro opportunità di sviluppare le proprie qualifiche al fine di fare carriera e la loro qualifica professionale.
Contratto di lavoro a termine: Impugnazione
Il lavoratore, ai sensi dell’articolo 28 del Decreto Lgs. 81/2015, ha diritto di impugnare il contratto a tempo determinato entro 180 giorni dalla sua cessazione.
Se il contratto si è trasformato in contratto a tempo indeterminato, il giudice potrà condannare il datore di lavoro al risarcimento del danno a favore del lavoratore stabilendo il diritto a un’indennità compresa tra le 2,5 e le 12 mensilità dell’ultima retribuzione per il calcolo del TFR.
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